domenica 11 ottobre 2020

GRAZIE!

 

Grazie di cuore agli oltre 1.300 lettori che hanno voluto buttare un occhio sul nostro blog uvaltellina.blogspot.com. Non credevamo di avere tanto successo alla prima uscita e questo risultato ci ha piacevolmente colti di sorpresa. Per noi significa che c'è la volontà di conoscere, capire e approfondire certi fenomeni all'apparenza inspiegabili, che esulano dalla normalità. Volontà e sana curiosità sono ottime basi di partenza per approcciare in modo adeguato qualsiasi argomento.

In questo aggiornamento c'è nuovo materiale, materiale di prima mano, fornito dall'esperienza vissuta in prima persona da alcuni nostri componenti della redazione, giunti in cima al Pizzo Scalino

Troverete il reportage e gli approfondimenti nelle pagine del nostro Gruppo di ricerca The X-Plan

A questo proposito abbiamo aggiunto una novità: il post "Storie e Leggende", che propone di volta in volta il materiale relativo a luoghi, vicende e anche personaggi, reperito nelle testimonianze o sul web.

Momento di pausa riflessiva per Nicolò Di Lella, che ci ha dedicato un'intera giornata del suo tempo prezioso, trascorso insieme alle porte del capoluogo, che ci ha regalato anche un "saluto" inaspettato. Molto interessanti e coinvolgenti i suoi racconti sulle esperienze che si trova a vivere raccogliendo i messaggi nei più svariati punti del globo e non ultima la nostra provincia. Ricordiamo che sarà a Sondrio il 24 ottobre. Per info contattare la Libreria Il Faro di Sondrio.

In questo aggiornamento per la pagina "COSA-VOLA-IN-VALLE" abbiamo individuato cose più terrene rispetto all'ultimo articolo: aerei e elicotteri che sfrecciano nell'area di addestramento situata al confine con la Confederazione Elvetica.

Questi gli argomenti che trattati, sperando di incuriosirvi e appassionarvi sempre di più.

Buona lettura!

                                         La Redazione


IL PASSO DEGLI OMETTI E IL PIZZO SCALINO

  

IL PASSO DEGLI OMETTI 

(testimonianza raccolta in Valmalenco)

Si narra che agli albori del secolo scorso, tre giovani pastori che avevano la baita a Campagneda, dove d'estate portavano il bestiame al pascolo in alpeggio, si diressero per quella via. Percorrendo il sentiero si imbatterono in tre esseri di bassa statura con una testa di dimensioni sproporzionate rispetto al corpo...Un po' sorpresi un po' spaventati per le fattezze non usuali, li oltrepassarono...

Tornati alla baita di Campagneda la sera dopo aver consumato una cena frugale annaffiata come d'abitudine dal rosso valtellinese, iniziarono la consueta partita a briscola. Come si sa con la foga della vincita e con lo spirito in corpo gli animi si stavano accendendo e uno dei tre compari pronunciò la frase: "Dovresti chiedere ad uno di quei tre ometti visti stamattina..." ma non ebbe neanche il tempo di finire il discorso che la baita ebbe uno scossone. Fu per il temporale, fu per qualcosa di collegabile al mistero, i tre amici ebbero una gran paura e da allora più nessuno volle ricordare l'esperienza né tanto meno raccontare la vicenda, ma da allora il passo ebbe tale nome. Certo la storia da noi raccolta sul posto, non dice molto ma conferisce un'aura di mistero al luogo e spaziando nelle province limitrofe abbiamo trovato passi e cime con un nome molto simile: la Cima Omini in Val Sarentino (BZ) che gli antichi abitanti designavano come luogo che fosse teatro di balli di streghe e misteri e il Passo degli Omini in Val Sedornia nel bergamasco.

LEGGENDE DEL PIZZO SCALINO:

Ermanno Sagliani racconta: "A Caspoggio lo sanno bene che il Pizzo Scalino non è una montagna; lo sanno da sempre e sanno pure qual è il momento esatto in cui si manifesta nella sua vera essenza. Alla mezzanotte, allorché il plenilunio imbianca lo spettrale ghiacciaio, una campana nascosta sulla vetta suona i pesanti rintocchi: in quel momento la montagna diviene un grande castello che sulla cima del suo torrione inalbera una croce sfolgorante nella notte. Esso si illumina e si anima mentre sul ghiacciaio passano saettanti cavalli montati da fantastici cavalieri, i cui neri mantelli svolazzano attorno alle spettrali figure. Soltanto quando la luna arriva a toccare il profilo del castello tutto ritorna lentamente nell'ombra e nel silenzio. Ma gli abitanti di Caspoggio e soprattutto i mandriani di Prabello o di Campagneda hanno visto ben di peggio. Nelle terribili notti in cui infuria la tempesta i cavalieri morti corrono sui loro scheletrici cavalli in corsa pazza sulle creste spazzate dal vento, urlando spaventosamente, scontrandosi tra loro in furibonde battaglie, illuminate dal bagliore dei fulmini. Meglio è allora chiudere bene le porte della baita e ritirarsi al letto pregando fervidamente Iddio." 

Altre leggende del luogo sono narrate da Massimo Dei Cas: www.paesidivaltellina.it

Molte leggende sono legate a luoghi magici. In Valtellina il monte magico per eccellenza è sicuramente il pizzo Scalino, in Valmalenco. Non si tratta, con i suoi 3323 metri, di una delle cime più alte della valle, ma la sua posizione felice (un po’ distaccata, verso sud-est, dalla testata dei giganti del vallone di Scerscen e della val Lanterna) e la sua forma inconfondibile, di slanciata piramide che si erge su una base poderosa, ne fanno un punto di riferimento inconfondibile, che si impone allo sguardo da diversi punti di osservazione, non solo in Valmalenco o in Val di Togno, ma anche sul versante orobico, tanto da essersi meritato, dagli alpigiani di Campagneda e Prabello, la denominazione di "Piz Bèl".
I Caspoggini, poi, considerano questo monte un po' come loro: gli alpeggi che si stendono ai suoi piedi, di Campagneda e Prabello, pur rientrando amministrativamente nel territorio di Lanzada sono infatti, dal secolo XVI, di loro proprietà.
Visto dall’alpe Prabello, che, con il rifugio Cristina, si stende proprio ai suoi piedi, il pizzo mostra tutto il poderoso e scuro contrafforte sul quale si eleva il profilo della cima. Assomiglia, quindi, ad un castello, dai bastioni imprendibili, su cui si eleva una torre maestosa. Probabilmente per questo (oltre che per il fatto di confinare con una delle valli magiche ed anche malefiche per eccellenza, la Val di Togno), che il pizzo ha dato luogo al fiorire di diverse leggende, o meglio, di diverse varianti di un’unica credenza.
Questa vuole che il suo interno sia cavo, e strutturato come una vera e propria fortezza, che ospita esseri magici e riproduce la corte di un castello. Su cosa accada poi in conseguenza di ciò, le varie versioni divergono, anche se non nella sostanza.
Una parla di una giostra cavalleresca, che vede cavalieri d’altri tempi rinnovare la disfida nelle chiare notti d’autunno, inverno e primavera, dall’ultimo rintocco della mezzanotte fino al tramonto della luna.
Un’altra versione parla, invece, della lotta eterna fra due armate, l’armata nera delle tenebre e quella bianca del giorno. Secondo questa versione il pizzo Scalino è diviso, al suo interno, in due settori, che ospitano le forze avverse. Il loro scontro si ripete ogni giorno, così come ogni giorno si ripete l’esito alterno: alla vittoria dell’armata delle tenebre, che determina il calar della notte, segue quella dell’armata della luce, che riporta aurora, alba e giorno. Questa versione fa del pizzo Scalino, la magica sede della regolare ciclicità del tempo, un luogo nel quale di notte scorazzano, trionfando della temporanea vittoria, i neri cavalieri delle tenebre, di giorno, gioendo della rivincita ottenuta, gli invisibili campioni della luce. 
Ecco, infine, come viene raccontata questa leggenda nel bel volume di Lina Rini Lombardini “In Valtellina - Colori di leggende e tradizioni”, Sondrio, Ramponi, 1950: “Una delle più suggestive nostre leggende s'irradia attorno al Pizzo Scalino. Crea sulle sue ferrigne rupi un favoloso castello. Non uno di quei fugaci e splendidi castelli fatti di nubi che presto il vento lacera e sfalda e disperde, ma un castello di roccia. A mezzanotte mentre il mondo dorme, lo  Scalino vive un'avventura arcana; perde la sua cima, proietta mastio e torrioni, s'inghirlanda di merli, trafora di feritoie le bertesche, dischiude finestrelle ogivali che, all'ultimo tocco di mezzanotte, s'illuminano; e una gran folla appare, formicola dentro le sale.
Sono cavalieri e dame che, al raggio della luna, o sotto il coro delle stelle, escono sul ponte levatoio, e scorrono giù lievi, a passo d'Ombre, lungo il dirupo, fino a uno spiazzo nevoso; armati a giostra gli uomini; palpitanti, dame e damigelle, in attesa che tra loro venga prescelta la Regina del Torneo, la Regina dell'Amore.
Tribune e steccati, sorgono d'impeto; alle prime s'affacciano le dame, pallide d'amabile tremore; fra gli aguzzi denti dello steccato, i cavalieri, ormai in groppa a bianchi leardi pur essi fatti di nulla, si slanciano l'un contro  l’altro. Squilli di corni e di trombe, impennarsi di cavalli: lampi e cozzi di lance, rimbombi di mazze ferrate sugli elmi e sulle corazze. Allorquando, tra i gemiti dei feriti, s'alzano le grida dei vincitori, s'avanza dalla tribuna la Regina del Torneo, la Regina della Bellezza. Scintillano al lume dell'astro d'argento i ricami delle sue vesti e dell'alto berretto a conoda cui fluttua un velo niveo. Sorride la dama offrendo ai vincitori corone e plausi... Ma se già nel cielo, che ha visto fuggir tutte le stelle, balugina il riverbero della prima luce, dame e cavalieri risalgono verso il castello, e con esso sfumano e dileguano.
E' invece una notte buia? Imperversa  sullo Scalino e sulle imponenti montagne che gli fanno blocco intorno, con fischi e lampie tuoni e folgori, l'uragano? Dalle porte del castello spalancate con gran fragore, escono solo uomini pronti a sanguinosa battaglia. Grida d'odio e di minaccia, rimbombo e cozzo d'armi, si mischiano all'urlo dei venti, all'accecante rotear del nevischio..., finché la oscurità notturna comincia a impallidire, e si placa, insieme alla furia degli uomini, la furia degli elementi.
Suggestiva per se stessa, la leggenda attrae e avvince anche perché introduce nelle due trasfigurazioni, di feste e di guerre, l'alternarsi di vicende liete e minacciose dei nostri castelli; ne condensa e rispecchia in certo qual modo la storia, specialmente del periodo feudale e dell'agitatissimo tempo dei Guelfi e Ghibellini.”

Ma al pizzo Scalino è attribuita anche l’origine degli altri luoghi celebri della valle: dalle sue nozze con Valmalenco, infatti, sarebbero nate la figlia Chiesa ed i figli Caspoggio, prima, e Lanzada, poi (cfr. "Una famiglia modello in Valmalenco", di Giuseppe Martorano, in "Esperia", Sondrio, giugno-luglio 1950, pp. 47-48).
Molti, dunque, i motivi per fantasticare, sul far del tramonto, ai piedi del gigante del versante orientale della Valmalenco.

AREE DI SORVOLO: CLASSIFICAZIONE

Esiste una zona situata tra la Valtellina ed il confine con la Svizzera, adibita ad area di addestramento per i velivoli sia della Confederazione Elvetica, che della nostra nazione. In questo quadrilatero è frequente il passaggio degli AEREI MILITARI svizzeri, impegnati nelle esercitazioni annuali, perché sulle nostre vette, così come su quelle di altri Stati, ci sono vere e proprie palestre per le esercitazioni al combattimento aereo. Tale area è stata istituita nel novembre 2009 con un accordo sottoscritto tra Aeronautica Militare Italiana e le Forze aeree svizzere. L'oggetto dell'intesa istituisce un settore aereo d'allenamento comune e transfrontaliero, una cosiddetta Cross Border Area (CBA). La nuova CBA confina con gli attuali settori aerei d'allenamento delle Forze Aeree Svizzere. Amplia così le possibilità di allenamento e semplifica l'organizzazione di esercitazioni congiunte delle due forze aeree.

Per nostra fortuna si tratta di combattimenti ed incursioni simulate, che si avvalgono di spari elettronici ed ordigni virtuali, come nel miglior videogioco dei nostri figli.



Di seguito il testo dell'accordo:

Nuovo settore d’allenamento transfrontaliero per le Forze aeree

Berna, 26.11.2009 - Nella giornata di giovedì, l'Aeronautica Militare Italiana e le Forze aeree svizzere hanno sottoscritto un accordo concernente un settore aereo d’allenamento comune e transfrontaliero – una cosiddetta Cross Border Area (CBA). La nuova CBA confina con gli attuali settori aerei d’allenamento delle Forze aeree svizzere. Amplia così le possibilità d’allenamento e semplifica l’organizzazione di esercitazioni congiunte delle due Forze aeree.

Il nuovo settore d'allenamento si trova a sud dei Grigioni e si spinge fino alla riva settentrionale del lago di Como. Si estende per oltre 45 km in lunghezza e 70 km in larghezza. Il limite di volo inferiore si situa a 20'000 piedi (circa 6600 metri). Grazie alla particolare situazione al di fuori delle rotte aeree densamente transitate, l'accordo consente un utilizzo efficiente dello spazio aereo. L'uso congiunto del settore d'allenamento non comporterà un aumento dell'inquinamento acustico per la regione. 

L'accordo è stato elaborato da entrambe le Forze aeree sin dal 2005, d'intesa con l'Ufficio federale dell'aviazione civile (UFAC) e l'organizzazione di sicurezza aerea skyguide. L'accordo stipulato tra l'Italia e la Svizzera è considerato un progetto pionieristico e permette alle due nazioni di prepararsi in vista del futuro sviluppo dello spazio aereo in Europa. Nel 2010 sono previste le prime esercitazioni nella CBA. Si tratta del secondo settore aereo d'allenamento transfrontaliero che può essere sfruttato dalle Forze aeree svizzere. Un primo accordo tra la Francia e la Svizzera regola dal 2002 la CBA congiunta sopra il Giura.

In vista dei futuri sviluppi nello spazio aereo europeo, le CBA assumono un ruolo sempre più importante, in particolare nel quadro del progetto Functional Airspace Blocks Europe Central (FABEC) e dell'iniziativa Single European Sky (SES). FABEC si fonda su contratti multinazionali, mentre SES si svolge sotto la sorveglianza della Commissione europea. Questi due elementi sostituiranno le strutture dello spazio aereo radicate storicamente a livello europeo.


Pubblicato da: Il Consiglio federale. Il portale del Governo svizzero Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport





Un articolo riguardante proprio questo accordo era apparso nel lontano 2009 sulle pagine del quotidiano locale La Provincia di Sondrio:

 https://www.laprovinciadisondrio.it/stories/Homepage/104846_esercitazioni_aeree_attorno_al_bernina/


Ovviamente tale area, quando impegnata, presenta il divieto di sorvolo ai velivoli non autorizzati. A questo proposito è doveroso ricordare che esiste una classificazione con tre livelli di divieto:

-Papa (la P dell'alfabeto aeronautico) sta per PROHIBITED, è uno spazio aereo di dimensioni definite al di sopra del territorio o delle acque territoriali di uno Stato all'interno del quale il sorvolo è vietato h 24, per esempio gli ospedali utilizzati dall'elisoccorso possono esere tutelati da una P così da consentirne l'uso esclusivo agli elicotteri autorizzati che possono avvicinarsi, atterrare e decollare in assoluta sicurezza perché un certo spazio limitrofo e superiore è interdetto.

-Delta (la D dell'alfabeto aeronautico) indica DANGEROUS AREA è uno spazio aereo di dimensioni definite entro i quale possono svolgersi in determinati orari attività pericolose al volo.

Tale restrizione viene applicata quando il pericolo per gli aeromobili non ha portato all'istituzione di un'area regolamentata o vietata. Lo scopo è quello di richiamare l'attenzione verso la presenza di un pericolo potenziale, lasciando all'equipaggio o agli esercenti, la facoltà di valutare se tale pericolo rappresenta o meno un rischio per la sicurezza dei velivoli.

-Romeo (la R dell'alfabeto aeronautico) che significa RESTRICTED AREA o area regolamentata. Questa tipologia viene applicata tutte le volte che il volo degli aeromobili entro la zona designata, non è proibito, ma subordinato a determinate e specifiche condizioni, autorizzazioni o appunto restrizioni.

Queste aree vengono identificate con un codice alfanumerico assegnato dalle competenti autorità ed è così composto:

  • le due lettere identificative ICAO corrispondenti allo Stato che ha istituito la zona;

  • la lettera P, R oppure D, a seconda del tipo di area:

  • un numero per ciascuna zona non ripetibile all'interno dello Stato di riferimento. Esempio il codice LI D11 è assegnato alla zona pericolosa stabilita dall'Italia a cui è assegnato il numero 11, così come il codice EG R159 corrisponde alla zona regolamentata stabilita dall'Inghilterra alla quale è stato assegnato il numero 159 (fonte: Aeronautical Information Services ICAO).

Oltre a questo devono essere indicati anche altri elementi di informazione riguardanti le specificità delle aree (cit. Aeronautical Information Services ICAO, XIII Edizione 2010, Emendamento n. 1-36):

  • l'identificazione

  • le coordinate geografiche e i limiti verticali/laterali

  • il tipo della restrizione e la natura del pericolo

  • eventuali rischi di intercettazione nel caso di penetra

  • zione

  • altri dettagli pertinenti

Dove è previsto nelle condizioni specificate per ciascuna Area Regolamentata, l'Ente ATS responsabile, ha la facoltà di autorizzare l'attraversamento dell'area, è però obbligatorio l'uso del trasponder e il contatto radio con gli enti preposti.

L'attraversamento delle aree può avvenire sia in modalità di volo IFR (volo strumentale) che VFR (volo a vista).

La connotazione dell'area che insiste su parte della Valtellina è identificata col codice LI-R108 A e B (Alfa e Bravo) dove Alfa e Bravo indicano due aree sovrapposte con la prima (A) con un'estensione attualmente da FL155 (15.5000 piedi, oltre i 4700mt) a FL 315 (31.500 piedi, oltre i 9.600mt) e la LI-R108 B da FL315 fino a FL600 (60.000 piedi, oltre i 18.000 mt).

Tra gli elementi che consentono il sorvolo dei territori non dobbiamo dimenticare le aerovie, vere e proprie "autostrade" idealmente tracciate in cielo e riportate sulle mappe aeree per percorrere una determinata rotta. Tra quelle che solcano i nostri cieli abbiamo quelle civili identificate, sempre secondo gli standard ICAO, con le sigle Y170, Z73, Q217,Q333 e le corrispondenti d'alta quota UY170 ed a seguire, esse sono permanenti.

Quindi abbiamo visto a grandi linee come vengono stabilite le classificazioni per le zone di sorvolo del territorio e le rotte, ma tra tutti questi elementi una particolarità che ci ha incuriosito è che la Valtellina è tagliata in due per competenza tra gli enti del controllo del traffico aereo di Milano e Padova e la linea divisoria passa appena a destra della vetta del Pizzo Scalino, ricompreso nella competenza di Milano, una montagna che continua ad essere al centro dell'attenzione di TUTTO il traffico aereo!



Per chi fosse interessato a vedere il traffico aereo sopra le nostre teste in tempo reale consigliamo di buttare un occhio sul sito flightradar24 e per vedere la divisione degli spazi aerei e le rotte civili skyvector.com. Buon divertimento!



Ciao Gasparone!

  Ci ha lasciati lo scorso 2 febbraio, Gaspare De Lama, ultimo testimone del Caso Amicizia VV56, l'esperienza di contatto avvenuto tra g...